(Rough) Translator

28 marzo 2013

Enigmatiche vertebre dal Kem Kem

Buona parte dei resti di vertebrati dal Kem Kem è composta da frammenti isolati. Alcuni sono più facilmente identificabili di altri. Russell (1996) descrive numerosi esemplari di ossa di saurischi dal Kem Kem, e in buona parte li attribuisce a Theropoda.
Tra questi esemplari, una seconda vertebra cervicale (il termine tecnico è asse od epistrofeo) ed una cervicale più posteriore (post-assiale), che Russell attribuisce ad un piccolo theropode non identificabile.
McFeeters (2013) ha ridescritto nel dettaglio questi esemplari. L'epistrofeo è unico nel presentare dei processi anteriori alle prezygapofisi, processi che vagamente ricordano i processi preexapofiseali delle cervicali pterodattiloidi. Tuttavia, il resto dell'anatomia differisce marcatamente dagli pterosauri, e quindi questa somiglianza deve essere considerata una convergenza (inizialmente mi ero fissato sull'eventuale attribuzione agli pterosauri, ma discutendone con Brad McFeeters ho abbandonato quell'interpretazione).
La vertebra non presenta caratteri univoci di Neotheropoda (allungamento, presenza del pleurocoelo e sviluppo dei processi costali possono anche appartenere ad un neosauropode), e non si può escludere a priori che possa appartenere ad un giovane sauropode (ma gli esperti in sauropodi sono pregati di smentirmi). Pertanto, McFeeters (2013) attribuisce l'esemplare a Saurischia. 
Assumendo provvisoriamente che l'esemplare sia effettivamente un theropode, ed immettendolo in Megamatrice, esso risulta un Averostra non-Abelisauroidea, non-Carnosauria e non-Tyrannoraptora.
Il secondo esemplare è un centro privo di arco neurale, e presenta due distinti forami pneumatici, carattere che propende per un'attribuzione ad un neotheropode basale, probabilmente abelisauroide.

Ringrazio Brad McFeeters per avermi inviato una copia del suo articolo.

Bibliografia:
Russell, D. A. 1996. Isolated dinosaur bones from the middle Cretaceous of the Tafilalt, Morocco. Bulletin du Muséum National d’Histoire Naturelle, Paris, Série 4 18: 349–402.
McFeeters, B. 2013. Bone "taxon" B: Reevaluation of a supposed small theropod dinosaur from the mid-Cretaceous of Morocco. Kirtlandia 58: 38-41.

27 marzo 2013

Un nuovo esemplare di Austroraptor

Austroraptor è uno dei più inusuali paraviani, caratterizzato da grandi dimensioni e una marcata riduzione nella lunghezza dell'arto anteriore.
Finora le informazioni su questo taxon erano basate su un solo esemplare. Currie e Paulina Carabajal (2012) descrivono i resti di un secondo esemplare riferibile ad Austroraptor, dalla stessa località ed orizzonte dell'olotipo.
I nuovi resti includono isolati frammenti mascellari, denti, una dorsale incompleta, alcune caudali distali, un omero, buona parte dell'avambraccio, parte del metacarpo e delle falangi della mano, una tibia, frammenti del secondo e terzo metatarsale e falangi da tutte le dita del piede.
Le proporzioni dell'omero e delle falangi del quarto dito del piede confermano l'attribuzione ad Austroraptor.
Questo secondo esemplare aggiunge informazioni sulla morfologia di Austroraptor, in particolare, relative all'avambraccio, alla mano ed al piede.

Ringrazio Lukas Panzarin per avermi informato sulla pubblicazione di questo studio.

Bibliografia:
Currie PJ, Paulina Carabajal A. 2012. A new specimen of Austroraptor cabazai Novas, Pol, Canale, Porfiri and Calvo, 2008 (Dinosauria, Theropoda, Unenlagiidae) from the Latest Cretaceous (Maastritchtian) of Rio Negro, Argentina.  Ameghiniana 49 (4): 662 – 667.

26 marzo 2013

[C]autopromozione spudorata

Volete udire la soave voce del vostro paleoblogger preferito favellar di argomenti paleontologici?
Allora vi invito tutti il 18 Aprile prossimo, alle ore 17, nel Salone Centrale della Villa Mirabello a Monza, sede dell'attuale edizione di Dinosauri in Carne e Ossa
In quella data, sarò presente per una conferenza paleontologica (si fa per dire...) sulle mie più recenti ricerche (si fa per dire...).
E se proprio non potete sopportare la mia presenza, ci sarà anche la conferenza (si fa per dire...) dell'esimio dott. Federico Fanti.

24 marzo 2013

Old Cover: Deinonychus by Loana Riboli

Come avrete sicuramente notato, il blog ha una nuova livrea. Assieme a Rinchenia di Marco Auditore, ora è presente una ricostruzione in vivo di Deinonychus realizzata dalla nostra insuperabile Loana Riboli.
Si tratta del dettaglio di un grande quadro avente come tema la rivalutazione critica del famoso sito comprendente Deinonychus e Tenontosaurus, che Loana sta realizzando sotto la supervisione scientifica mia e di Simone Maganuco.
La livrea piumata di questo Deinonychus vuole anche essere una risposta iconografica alle recenti affermazioni di un regista di un filmetto che uscirà nelle sale il prossimo anno...
Ringrazio Loana per aver concesso l'utilizzo dell'immagine, che arricchisce enormemente il blog!

21 marzo 2013

The Inner Velociraptor does not exist

Velociraptor. Punto.
Da un paio di giorni circola nella nerdosfera una "notizia" che ha gettato molti nella "tristezza" e nella "delusione" (parole espresse realmente). Una notizia evidentemente di capitale importanza e che pertanto suscita emozioni di commisurata entità.
I Velociraptor di Jurassic Park 4 saranno senza piume.
Quando ho letto questa "notizia" e le varie reazioni online, ho reagito io stesso con un sonoro: MA CHI SE NE FREGA!
Resto veramente sconcertato dalla mole di reazioni contrariate e rattristate per quella che, di fatto, è una non-notizia su un non-problema. Non per essere moralista e pedante, ma al mondo c'è ben altro per essere "tristi" e "delusi"...
Ho letto post di vari blogger che si sono prodigati nel ricordare ai lettori che "Velociraptor ha le piume" e che "senza piuma non è Velociraptor". Io trovo queste invettive del tutto fuori luogo, e leggo una punta di morboso feticismo iconografico in questa "delusione" generalizzata per qualcosa di assolutamente futile come un futuro film. 
Inoltre, resto sbigottito per la reazione fuori tema e fuori luogo, con cui si risponde a scelte iconografiche interne ad un film con argomentazioni scientifiche che, evidentemente, non sono parte del sistema che produce tale film. Affermare con veemenza che "Velociraptor ha le piume" e quindi scagliarsi contro le non-piume in versioni cinematografiche di Velociraptor è a mio avviso una forma non tanto celata di nuovo istinto feriseo e nuova zelante ortodossia. 
Ma come? Mi direte: "tu, che hai scritto fiumi di parole in post sulle errate ricostruzioni di dinosauri presenti in Jurassic Park, ora difenderesti il raptor squamato?".
Io non ho mai "difeso" il Velociraptor piumato, dato che esso non ha "bisogno" di essere difeso. Semmai, ho scritto ampiamente per dimostrare a chi pensava il contrario che le "basi scientifiche" di Jurassic Park sono sempre state sopravalutate e pretestuosamente esaltate a fini pubblicitari. Ma non ho mai "difeso" qualcosa come la piumosità di Velociraptor, perché non ha senso "difenderla". 
Un Velociraptor non è un elefante africano vittima del bracconaggio. "Velociraptor piumato" è l'ipotesi più plausibile in base alle attuali conoscenze paleontologiche. Punto. Non è oggetto di emotività, ma solo di argomentazioni scientifiche. Come tale, va divulgato, ma non è oggetto di "tristezza" o "delusione". Pertanto, non capirò mai chi si dichiarerà "deluso" dai "raptor non-piumati" in un film. 
Se anche miliardi di persone andranno al cinema a vedere Squamo-raptor chiamandoli "Velociraptor", ciò non scalfisce la plausibilità logica del piumaggio in Velociraptor rispetto ad altre versioni.
Aldilà di questi discorsi emozionali, però, noto un altro problema a monte di queste invettive mediatiche in difesa del "raptor piumato": moltissimi non comprendono che è logicamente scorretto affermare che "Velociraptor ha le piume". "Velociraptor" è solamente un taxon paleontologico, una categoria zoologica ancorata su un esemplare-tipo, per la precisione AMNH 6515, che vedete in apertura del post. Pertanto, in senso stretto e rigoroso, Velociraptor=AMNH 6515. Punto. Ciò che definisce Velociraptor, il suo senso ed il suo unico significato reale, è AMNH 6515. Niente altro. Tutto il resto che si può legittimamente dire di Velociraptor e che non sia tratto da AMNH 6515 è una conseguenza logica, una emanazione secondaria, di leggi della tassonomia, anatomia, filogenetica, applicate a partire da AMNH 6515. 
Spero noterete che l'esemplare non ha alcuna traccia di piumaggio. Infatti, è un cranio fossile. Pertanto, a logica, affermare che "Velociraptor ha le piume" è ad un livello logico subordinato rispetto alla realtà dei fatti. La realtà dei fatti è: Velociraptor ha un premascellare allungato con lungo processo mascellare che esclude il mascellare dalla narice, un mascellare con lungo ramo facciale, un recesso promascellare stretto e posto dorsalmente, ecc... ovvero, solo ciò che è presente ed evidente in AMNH 6515.
Dubito che la grande maggioranza di chi si strappa le vesti "per Velociraptor" sappia veramente "cosa sia Velociraptor". Forse non saprebbe nemmeno di averlo tra le mani qualora gli fosse concessa la fortuna di maneggiare AMNH 6515.
Questo fatto, molto più delle squame cinematografiche, mi rattrista un po': constatare che ci sono forse milioni di persone che si riempiono la bocca di "Velociraptor piumati" ma solo pochissimi che sanno cosa sia realmente Velociraptor.
Pertanto, cari amici scandalizzati, rattristati e delusi dall'ingiustizia di Hollywood, invece di strapparvi le vesti per le mancanze di rispetto verso inferenze dedotte da papille ulnari in esemplari riferiti, o verso inferenze dedotte dall'inquadramento filogenetico di AMNH 6515 rispetto ad altri taxa per i quali sia nota evidenza tegumentaria, potreste piantarla di piagnucolare ai piedi di idoli iconografici e cercare di conoscere veramente cosa sia Velociraptor
Ovviamente, è molto più facile strapparsi le vesti per un'iconografia che studiare un'osteologia...

18 marzo 2013

Quattro ali

In questi giorni, due importanti studi forniscono informazioni su apparati non-scheletrici degli aviali mesozoici, il tegumento degli arti posteriori e l'apparato riproduttore femminile. Come in molte altre scoperte recenti, queste informazioni, normalmente escluse dall'ambito della paleontologia, sono permesse dalle straordinarie condizioni di preservazione dei giacimenti del Cretacico Inferiore della Cina nord-orientale. Il primo sarà l'oggetto di questo post.
Zheng et al. (2013) descrivono nuovi esemplari attribuibili a Sapeornis, Confuciusornis, Enantiornithes e Yanornis, i quali preservano per la prima volta dettagli del tegumento degli arti posteriori prima sconosciuti. In particolare, Sapeornis presenta penne tibiali e metatarsali comparabili a quelle di Anchiornis; Confuciusornis e gli enantiornithi non mostrerebbero penne metatarsali, ma solo penne femoro-tibiali; mentre Yanornis non presenterebbe piumaggio metatarsale, bensì squame, come nella grande maggioranza degli uccelli moderni. Dato che in alcuni coelurosauri basali, come Sinocalliopteryx e Yutyrannus, sono preservati i filamenti metatarsali, gli autori propongono il seguente scenario per l'evoluzione del piumaggio degli arti posteriori dalla base di Coelurosauria all'origine degli uccelli moderni:
In base a questa ottimizzazione, lo sviluppo delle "ali posteriori" non sarebbe esclusivo del grado deinonychosauriano ma caratterizzerebbe l'intero Paraves non-ornithothoracino. Inoltre, la linea ornithuromorfa, che conduce agli uccelli attuali, sarebbe caratterizzata da una progressiva "reversione" ad un piede "plesiomorfico" squamato. Interessante a questo proposito è ricordare che in base al loro sviluppo embrionale, gli scutelli, le "squame" delle zampe posteriori degli uccelli attuali, non sono scaglie vere e proprie ma neoformazioni che a livello embrionale possono svilupparsi in piume se indotte artificialmente (Dhouailly et al. 1980): questo scenario conferma tale interpretazione, dato che mostra che queste "squame" non sono derivazioni dirette delle scaglie presenti negli archosauri non-coelurosauri, dato che la linea ornithuromorfa (con piedi "squamati") è un ramo nidificato in profondità dentro un clade di forme con piedi piumati. Questo scenario è perfettamente congruente con la mia ipotesi del "gradiente squama-piuma": partendo dalla condizione ancestrale dei dinosauri, nei quali il proto-piumaggio è presente solamente lungo la schiena (Tianyulong, Psittacosaurus), lo spostamente verso il basso del gradiente a favore della piuma ha progressivamente "piumato" il corpo, almeno nei theropodi, fino ai piedi. In seguito, nella linea degli ornithothoracini, il gradiente si è lievemente spostato prossimalmente, "ri-squamando" i piedi.
Va sottolineato che le lacune nella documentazione del piumaggio degli arti posteriori nei theropodi sono ancora molto ampie, quindi è possibile che questo scenario subisca modifiche e revisioni in futuro. Come notano gli autori, nonostante siano noti migliaia di esemplari di Confuciusornis, solo pochi individui hanno preservato tracce del piumaggio del piede. Ciò deve ispirare alla cautela quando si interpreta un taxon basato su un solo esemplare, che apparentemente pare mancare di tracce di questo piumaggio (ad esempio, Eosinopteryx).

Un dettaglio a mio avviso interessante ma non discusso nell'articolo, sebbene sia mostrato in fig.1 A,B, è la presenza di una lunga coda piumata in Sapeornis, apparentemente formata da una decina di lunghe penne timoniere. Una coda di questo tipo ricorda la fronda caudale degli ornithothoracini, e finora non pareva essere presente in forme più basali di Pygostylia, nelle quali la coda pareva portare solamente un ciuffo di corti filamenti o al più le note "penne nastriformi". Sospetto quindi che la presenza/assenza di fronda caudale nei pigostiliani possa essere fortemente condizionata dalla tafonomia del fossile, più che dalla collocazione in Euornithes.

Bibliografia:
Dhouailly Daniel, Hardy Margaret H., Sengel Philippe (1980). Formation of feathers on chick foot scales: a stage-dependent morphogenetic response to retinoic acid. Journal of Embryol. exp. Morph. 58, 63-78.
Xiaoting Zheng, Zhonghe Zhou, Xiaoli Wang, Fucheng Zhang, Xiaomei Zhang, Yan Wang, Guangjin Wei, ShuoWang, Xing Xu. (2013). Hind Wings in Basal Birds and the Evolution of Leg Feathers. Science 339, 1309-1312.

12 marzo 2013

Miti e Leggende Post-Moderne sui Dinosauri Mesozoici: cos'è Brontosaurus?

Le domande più semplici sono spesso la fonte per le verità più profonde.
Una domanda apparentemente banale come "cos'è Brontosaurus?" può avere innumerevoli risposte. Negli anni ho sentito e letto varie risposte a questa domanda (spesso formulata in modo implicito, ma pur sempre posta). La casistica delle risposte possibili è ampia, ed esprime differenti modi di conoscere e comprendere la paleontologia. Tuttavia, con rammarico noto che quasi tutte le risposte alla domanda sono concettualmente errate, o perlomeno, evidenziano delle lacune concettuali in colui che ha formulato la risposta, lacune che egli stesso non è consapevole di avere (ovviamente). In particolare, esiste una versione "ufficiale" che è sostanzialmente parziale, mutilata quando non proprio deformata, quindi errata, ma che nonostante ciò viene diffusa e sostenuta da moltissimi, inclusi illustri paleontologi come S.J. Gould, che all'enunciazione di questa "versione" dedicò un saggio.

07 marzo 2013

L'enigmatico Ningyuansaurus: oviraptorosauro o paraviano?

Olotipo di Ningyuansaurus. Purtroppo, la bassa qualità delle immagini pubblicate in Ji et al. (2012) non permette di discriminare la maggioranza dei caratteri che, probabilmente, sono identificabili.
Un nuovo theropode che apparentemente è passato senza particolare clamore, e che mi è stato segnalato da un lettore del blog, è stato pubblicato lo scorso Dicembre.
Ji et al. (2012) descrivono un piccolo theropode parzialmente articolato e quasi completo dal Cretacico Inferiore della Cina ed istituiscono Ningyuansaurus wangi.
La morfologia di Ningyuansaurus è estremamente interessante, ed è un vero peccato che l'articolo che lo descrive sia così breve e le immagini incluse così poco utili. Un dettaglio preoccupante è che l'esemplare non pare avere il numero di catalogo, ed è depositato nel (poco noto) "Confuciusornis Museum" della città di Xingcheng. Ciò solleva ragionevoli dubbi sulla possibilità che sia facilmente osservabile o reperibile in futuro.
L'olotipo di Ningyuansaurus è lungo circa un metro. La testa è poco conservata e non è illustrata in dettaglio. Dal testo si evince che il dentale è relativamente gracile, e che la formula dentaria è 4 denti premascellari, 6 denti mascellari e 14 denti dentali. Il ridotto numero di denti mascellari è condiviso con gli "incisivosauri" e gli scansoriopterygidi. I denti sono privi di denticoli e molto ravvicinati, come in molti paraviani basali. Le vertebre presacrali non presentano forami pneumatici. La coda è 3 volte il femore, e presenta solamente 22 caudali, come negli oviraptorosauri basali e negli avebrevicaudi. Interessante che le caudali anteriori abbiano centri non-cilindrici ("box-like"), mentre le intermedie siano molto più lunghe delle anteriori, una combinazione di caratteri tipica dei paraviani. La scapola è lievemente più lunga dell'omero e si espande solamente nella parte distale. Il coracoide non pare avere una morfologia da paraviano derivato. L'arto anteriore è corto e gracile rispetto al posteriore. La mano presenta ungueali molto incurvati e con robusti tubercoli flessori, come nei paraviani basali. L'ileo è molto ridotto rispetto al femore, e presenta processi pre-e postacetabolari di lunghezza comparabile. Entrambi risulterebbero falciformi. Il pube è poco conservato. L'ischio è molto corto, come nei paraviani basali, con un processo otturatore a metà lunghezza, e privo di processi dorsali. L'arto posteriore è poco descritto. Piede e tibiotarso sono allungati, il processo ascendente dell'astragalo ampio, ed il metatarso presenta un secondo metatarsale lungo meno del 90% degli altri due metatarsali principali, come in molti deinonychosauri. Dal disegno schematico parrebbe presente un ungueale del piede più ampio e incurvato degli altri (il secondo?) ma non se ne fa menzione nel testo.
Gli autori attribuiscono Ningyuansaurus a Oviraptorosauria e considerano questo il taxon più basale di quel clade, in base alla forma del cranio, non particolarmente accorciato, e per la presenza di un numero di denti maggiore che negli oviraptorosauri muniti di denti noti finora. 
Come forse avrete notato dalla mia descrizione dello scheletro olotipico, l'esemplare presenta molti caratteri paraviani, più che oviraptorosauri. Difatti, Megamatrice colloca Ningyuansaurus in una zona molto basale di Avialae. Siccome la topologia di Avialae risultata in Megamatrice è molto "inconsueta" e sarà oggetto di una serie di post, per ora non vi posso descrivere i dettagli del risultato.
Ad ogni modo, io dubito della interpretazione di Ningyuansaurus presentata da Ji et al. (2012), se non altro per la scarsa qualità delle immagini e la brevità della descrizione pubblicata, e quindi non posso escludere che le codifiche da me inserite per questo taxon (basate appunto su Ji et al. 2012) subiranno una marcata revisione qualora l'esemplare ricevesse una descrizione più dettagliata e meglio illustrata.


Bibliografia:
Ji Q, Lü J C,Wei X F. 2012. A new oviraptorosaur from the yixian Formation of Jianchang,Western Liaoning Province,China.Geological Bulletin of China 31(12): 2102-2107.

Coming Soon: l'enigmatico Ningyuansaurus

Dinosauri In Carne e Ossa: Edizione di Monza

Vi segnalo l'inaugurazione della nuova tappa della Mostra itinerante Dinosauri in Carne e Ossa. Tutti i dettagli nella locandina qui sopra.

05 marzo 2013

Shanag reloaded

Nello studio di Agnolin e Novas (2013) di cui ho parlato recentemente, un capitolo è dedicato ad alcuni taxa enigmatici che potrebbero essere aviali molto più basali del grado archaeopterygino ("averaptori" sensu Agnolin e Novas 2013). Tra questi, una discussione interessante merita Shanag.
Shanag (Turner et al. 2007) è basato su un piccolo theropode del quale è noto solamente il mascellare ed il dentale, con alcuni denti in situ. Il mascellare presenta una fossa antorbitale relativamente ridotta che porta sul suo angolo anterodorsale un recesso pneumatico incluso in una fossa. Turner et al (2007) interpretano questo recesso come omologo alla finestra mascellare degli eudromaeosauri. Seguendo questa interpretazione, l'ampia vacuità che borda il mascellare posteriormente risulta essere la finestra antorbitale, mentre il recesso promascellare risulta assente. Agnolin e Novas (2013) propongono un'interpretazione differente della morfologia antorbitale di Shanag: il "recesso mascellare" è reinterpretato come recesso promascellare, la finestra antorbitale risulterebbe quindi il margine anteriore di un'ampia finestra mascellare, e la regione antorbitale preservata sarebbe quindi solamente quella anteriore alla finestra mascellare, e non l'intera fossa. Pertanto, se questa nuova interpretazione è corretta, almeno metà del mascellare di Shanag sarebbe assente.
L'immagine qui sotto spero chiarirà per i non addetti ai lavori. Nella figura in basso, la reinterpretazione di Agnolin e Novas (2013) in cui la finestra mascellare di Turner et al. (2013) [mxf] è reinterpretata come finestra promascellare [pmxf], e la finestra antorbitale [aof] come finestra mascellare [mxf].

Per chi non è abituato alle discussioni di anatomia comparata, queste interpretazioni possono sembrare astruse. Come si decide che una struttura X è una finestra mascellare invece che una finestra promascellare? In molti casi ci si basa sulla topologia, ovvero, la posizione della struttura rispetto ad altre, usate come "delimitatori". Per fare un esempio sciocco, secondo un criterio topologico, tutto ciò che è terraferma posizionata a Sud della Svizzera e a Nord del Mediterraneo è definito come "Italia". Purtroppo, in natura le localizzazioni non sono sempre così chiare, dato che gli organismi evolvono, e quindi possono modificare forma e posizione sia delle strutture che dei "delimitatori" rispetto a specie imparentate in cui tale identificazione è più semplice. Nel caso di Shanag, a complicare la risoluzione delle identificazioni è il fatto che non è chiaro quanto sia completo il mascellare, oltre al fatto che non tutti gli autori concordano su quali criteri distinguano le finestre promascellare* e mascellare qualora sia presente una singola perforazione. Se è quasi completo, allora disponiamo dell'intera fossa antorbitale, e quindi è ragionevole pensare che l'ampia concavità posteriore sia il margine della finestra antorbitale, e quindi nella fossa è presente una sola perforazione. Questa è l'ipotesi di Turner et al. (2007). Ma, a questo punto, quale è l'identità di quella singola perforazione? Turner et al. (2007) assumono che Shanag sia un Dromaeosauridae, dato che i dromaeosauridi presentano un recesso mascellare di forma, dimensione e posizione molto simile alla perforazione di Shanag. Ma per ammettere ciò occorre assumere che Shanag abbia perso la finestra promascellare, un evento mai osservato nei dromaeosauridi. A mio avviso, l'interpretazione di Agnolin e Novas (2013) è più parsimoniosa: il mascellare non sarebbe completo, quindi non disponiamo dell'intera fossa antorbitale, la perforazione anterodorsale sarebbe il recesso promascellare in posizione dorsale e la concavità posteriore sarebbe il margine di un'ampia finestra mascellare, questa ultima di dimensioni comparabili a quanto accade in molti maniraptori prossimi alla base di Avialae.
Ho ricodificato Shanag in Megamatrice secondo l'ipotesi di Agnolin e Novas (2013): la nuova codifica di Shanag ha risolto alcune ambiguità nella sua posizione, che ora risulta stabilmente in posizione intermedia tra Unenlagiinae (più basali) ed i restanti Dromaeosauridae (più derivati). Pertanto, nonostante la rivalutazione di alcuni suoi caratteri abbia diminuito il numero di attribuiti "da dromaeosauro", Shanag risulterebbe comunque in quel clade, come ipotizzato da Turner et al. (2007).

*anche se il nome richiama il prEmascellare, il recesso prOmascellare fa parte del mascellare.

Bibliografia:
Agnolín FL, Novas FE (2013) Avian Ancestors: A Review of the Phylogenetic Relationships of the Theropods Unenlagiidae, Microraptoria, Anchiornis and Scansoriopterygidae. Springer Briefs in Earth System Sciences ISBN: 978-94-007-5636-6 (Print) 978-94-007-5637-3 (Online) DOI: 10.1007/978-94-007-5637-3_3
Turner AH, Hwang SH, Norell MA (2007) A small derived theropod from Oösh, Early Cretaceous, Baykhangor Mongolia. American Museum Novitates 3557:1–27.

02 marzo 2013

Revisione di Agnolin and Novas (2013) "Avian Ancestors"

Esemplare di Anchiornis (fonte: Archosaur Musings).
Agnolin e Novas (2013) hanno pubblicato un interessante volume focalizzato sulla filogenesi di Paraves e sulle relazioni dei theropodi più immediatamente prossimi agli uccelli.
Il corpus centrale di questo studio è un'espansione della analisi filogenetica dei coelurosauri presentata recentemente dagli stessi autori, la quale aveva come risultato più interessante la collocazione degli unenlagiidi/unenlagiini in Avialae. In questa nuova analisi, gli autori includo alcuni taxa assenti nella precedente versione, tra cui Anchiornis e Xiaotingia, e numerosi nuovi caratteri, in maggioranza tratti dal primo studio su Anchiornis (Xu et al. 2008, caratteri a loro volta tratti dalla tesi dottorale del primo autore di questo ultimo studio).

01 marzo 2013

Davide Bonadonna su National Geographic Italia!


Vi segnalo questa interessante intervista a Davide Bonadonna su National Geographic Italia.
Davide, tra i più importanti esponenti della Rinascita Paleontologica Italiana, oltre che un caro amico col quale ho all'attivo una serie di collaborazioni, ci parla del suo lavoro di illustratore paleontologico e delle interazioni con i paleontologi da cui hanno origine le sue opere.